Sotto le volte della chiesa che preferisco, venerdì scorso si è svolta una serata ricca e varia nelle proposte musicali.
Un duo astigiano apre la serata, Sophì: violino e chitarra propongono un genere che può ricordare i Marlene Kuntz.
Gli Ex Otago gironzolano già nella navata del Diavolo Rosso. Alberto tiene il banchetto dei gadgets-ex otaghi: il gruppo ha realizzato il suo ultimo cd grazie a un'azione di finanziamento da parte dei fans che, aderendo al progetto "Mezze stagioni" (2011), ha versato la quota che ha permesso al gruppo di registrare e produrre il loro più recente lavoro.
Felice di contribuire alla protezione e al mantenimento dell'intraprendente band, mi avvicino all'altare-banchetto e acquisto il cd. Chiedo anche se sono disponibili a rispondere a qualche domanda dopo il concerto, e l'idea piace.
Gli Ex otago salgono sul palco con la formazione al completo: Maurizio Carucci alla voce, Alberto Argentesi pianola voce e giocattoli, Simone Bertuccini chitarra e pianola, Gabriele Floris alla batteria, e un volto nuovo ai fiati.
Gli Ex Otago sono una festa. La festa del rione, di quelle che si organizzano con il comitato di quartiere e ci si trova tutti la sera a sentire la band degli amici che suona.
E nel quartiere c'è sempre qualcuno che si è distinto, che ha attirato l'attenzione dei grandi media, come Marco, il primo pezzo, dedicato a Marco Olmo (atleta italiano di ultratrail).
I pezzi degli Ex Otago parlano delle persone "piccole", fanno i loro nomi, scherzano con le storie d'amore e con le relative imprese epiche ("Samanta, sul lungomare abbiam toccato i sessanta").
Il live inizia spensierato e la location ex-sacrale è una fonte continua di ispirazione per gli interventi di Alberto, che consacra la serata con un sentenzioso "Suona et labora".
Il nuovo cd c'è tutto e in alcuni pezzi in particolare si riesce a cogliere l'influenza della produzione di Davide Bertolini (Kings of convenience): spruzzate quasi distratte ma incisive di pianoforte e il ritmo scandito dalla chitarra ("Una vita col riporto", "Ricominciamo da tre"...).
Non manca la cover di Corona "The rhytm of the night", che dell'originale perde l'ansia da divertimento discotecaro coatto, per distendersi sull'attitudine fresca e vivace del gruppo e sulla voce di Maurizio.
Gran finale "in costume": gli Ex Otaghi escono di scena pochi minuti e ritornano con le "divise della bocciofila", prelevate dal video di "Figli degli hamburgher".
Durante la festa del quartiere Ex Otago si balla spensierati e si parla di No Tav, degli amici che il quartiere lo lasciano per iniziare una nuova vita in un paese lontano (Costa Rica), della difficoltà di essere se stessi in un mondo di gente "col riporto" (Vita col riporto).
Alberto fa un'incursione tra il pubblico che riempie la navata della chiesa del Diavolo rosso, e qualche fan si allunga sul palco.
Pubblico danzereccio ed entusiasta: siamo felici che gli Ex Otago siano passati di qui.
Silvia
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